L’innovazione migliora la produttività del capitale e del lavoro. Innesca circoli virtuosi di investimento, reddito e risparmio che portano a ulteriori investimenti. È la più importante arma competitiva, eppure è ancora poco compresa.
Si deve riconoscere che ha molte facce, ognuna dei quali richiede strategie diverse.
La generalizzazione in un inflessibile insieme di “best practice” potrebbe intrappolare l’azienda in perdita di competitività, bassa crescita, bassa redditività.
Tra le strategie possiamo individuare:
quelle legate ad un prodotto/servizio stand-alone, parte di un sistema.
quelle di tipo incrementale verso l’introduzione di nuovi prodotti/servizi/mercati.
In termini di impatto sulla crescita, ricerche mostrano che le innovazioni incrementali danno contributi significativamente maggiori. I mercati per i prodotti stand alone tendono a maturare velocemente, spesso spinti e protetti da un brevetto iniziale di concorrenza monopolistica. Una evoluzione tipica avviene quando i brevetti maturano nel ciclo di vita e diventano commodity con l’ingresso di cloni a basso costo e il prezzo sostituisce il valore del marchio.
La capacità di riconoscere e di eseguire la strategia di innovazione più appropriata al contesto diventa la leva competitiva fondamentale.
ITAtech attiva gli investimenti.
È di questi giorni la nascita della nuova piattaforma di investimento “ITAtech” per trasformare i progetti di ricerca e di innovazione tecnico-scientifica in nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. L’iniziativa è promossa da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Fondo europeo per gli investimenti (FEI). Il piano in questione, grazie ad una serie di iniziative di messa a disposizione di garanzie e meccanismi di mitigazione dei rischi, ha l’obiettivo di attivare investimenti per le Pmi per oltre 6 miliardi di euro.
Tradotto: attivare un effetto moltiplicatore per nuovi investimenti, fornendo alle PMI maggiori margini di manovra finanziari per investire nel futuro, creare posti di lavoro e crescita.