Privacy e macchine: una rivoluzione etica

Sembrano essere finiti i tempi in cui Mark Zuckerberg affermava che la privacy e la protezione dei dati personali non esistono più.

Tim Cook, CEO di Apple, ha infatti rivolto un appello ai delegati riuniti al Parlamento Europeo a Bruxelles in occasione della 40esima Conferenza internazionale dei garanti privacy, affinché anche gli Stati Uniti adottino un modello di protezione dei dati basato sul GDPR.

Il CEO di Apple ha riconosciuto il fallimento di un modello di sviluppo basato sull’assunto “Più tecnologia uguale più felicità”, ammonendo sui pericoli per i diritti, la democrazia e la libertà qualora i modelli industriali e commerciali non tengano conto della privacy.

Le motivazioni del cambiamento

Perché tutto questo sta avvenendo? I motivi principali nell’ultimo anno sono tre:

  • I rischi per la libertà e la democrazia della manipolazione dei dati personali (caso Cambridge Analytica)
  • La diffusione del cybercrimine, la difesa contro il quale è una priorità per imprese e stati
  • L’entrata in vigore del GDPR, che spinge i CdA delle imprese a trovare soluzioni adeguate

Cosa fare?

Secondo Tim Cook, i passaggi da compiere sono semplici:

Restituire alle persone il diritto al controllo pieno sulle proprie informazioni

  • Coinvolgere utenti e consumatori
  • Implementare maggior sicurezza nei sistemi, nelle reti e nei terminali
  • Alleare legislatori, politica, impresa e cittadini per riportare l’uomo al centro di azioni responsabili da parte di tutti

Un nuovo umanesimo deve coinvolgere sia l’uomo, sia le macchine. Questa è la posizione espressa dai grandi influencer del nostro tempo, incluso Papa Francesco, sotto la cui benedizione sono partiti i lavori della Conferenza.