L’intelligenza artificiale verso la creatività

Robotica, intelligenza artificiale, apprendimento automatico. Gli effetti sociali, politici e commerciali del progresso velocissimo del nostro tempo stanno trasformando molti settori industriali e le persone che ci lavorano.

Il timore crescente nasce dalla visione delle nuove tecnologie come concorrenti piuttosto che complementari per gli esseri umani, ma le rivoluzioni del passato dimostrano spesso il contrario.

L’intelligenza artificiale non può sostituire gli umani quando sono richiesti creatività, percezione e pensiero laterale, almeno non ancora. I nuovi sistemi, se governati adeguatamente, sono partner in grado di aumentare e migliorare molti aspetti del lavoro e della vita. Le macchine sono più efficienti di noi nel macinare numeri, calcolare, memorizzare, prevedere ed eseguire movimenti precisi. La robotica spesso allevia compiti noiosi, pericolosi e fisicamente impegnativi.

L’intelligenza artificiale in azienda

È una raccolta di tecnologie applicabili ad analisi avanzate, sistemi esperti, reti neurali e apprendimento automatico. Sono già utilizzate in una vasta gamma di applicazioni: automobili senza conducente, pubblicità mirata, assistenti digitali, giochi strategici interattivi, diagnosi e terapie mediche, interpretazione di dati complessi.

L’intelligenza artificiale è creativa?

I progressi si spostano anche nelle aree della “creatività“. Nel marketing cambiano ruoli e metodi. È prevedibile che i professionisti forniranno una serie di input su un problema o un obiettivo e il motore di intelligenza artificiale creerà la campagna di marketing e comunicazione in tutte le sue articolazioni. Intendiamo non solo le rilevazioni statistiche, ma la vera e propria creazione di messaggi, fino alla distribuzione mirata dei contenuti agli stakeholders.

Chiamata alla responsabilità: etica e progettazione trasparente.

Più cresce la delega gestionale agli algoritmi, più cresce la preoccupazione per la responsabilità. A chi può essere addebitata la responsabilità in caso di errori o peggio, di incidenti a persone o cose?
I sistemi possono essere così complessi che persino gli ingegneri che li hanno creati non comprendono l’intero processo decisionale. Si vedano le reti neurali profonde, un tipo di metodo di apprendimento automatico ispirato alla struttura del cervello umano. Ecco allora il dovere di una progettazione trasparente, dove i processi elaborativi siano leggibili. Solo governando gli algoritmi e le loro decisioni possiamo adeguare il loro “pensiero” ai requisiti etici e sociali, tecnici e giuridici.

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