PNRR: le PMI protagoniste

Per far ripartire i Paesi dopo la pandemia da Coronavirus, lo scorso luglio l’UE ha approvato lo UE Next Generation Plan, noto anche come Recovery Fund, per il triennio 2021-2023. Si tratta di un fondo in titoli di Stato (Recovery Bonds) finalizzato a sostenere le riforme strutturali previste dai piani di ciascun Paese (Recovery Plan). Tuttavia, tale denaro dovrà essere speso secondo le indicazioni dell’Unione: almeno il 37% dovrà venire destinato a progetti “verdi”, mentre almeno il 20% dovrà andare alla transizione digitale. In più, per ciascun Paese sono stati indicati una serie di “punti deboli” a cui porre rimedio, e i progetti dovranno essere completati entro il 2026.

In Italia il Recovery Plan è stato denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Le sei missioni del PNRR

All’Italia sono stati destinati 209 miliardi di euro: un’ occasione unica per attuare una serie di riforme necessarie da tempo.

Sono state individuate una serie di linee guida, suddivise in sei principali missioni.

  1. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo e la Pubblica Amministrazione, l’istruzione, la Sanità e il Fisco;
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. Infrastrutture, per la mobilità e le telecomunicazioni;
  4. Istruzione, formazione, ricerca e cultura;
  5. Equità sociale, di genere e territoriale;
  6. Salute.

Tra gli obiettivi vi sono raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana all’1,2%, in linea con la media UE, e in generale innalzare gli indicatori di benessere, equità e sviluppo sostenibile.

Le opportunità non mancano per le PMI. In particolare si parla di finanziare interventi a sostegno della trasformazione tecnologica e digitale, della crescita dimensionale e dell’internazionalizzazione. Le piccole e medie imprese sono infatti viste come il vero motore produttivo dell’Italia, ma il tasso di innovazione è inferiore alla media UE. È perciò necessario puntare sulle filiere più avanzate e aumentare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, così da potere competere sui mercati internazionali.

Il piano di Confapi

Maurizio Casasco, presidente di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) ha recentemente incontrato Mario Draghi, e gli ha esposto il proprio piano di rilancio basato su quattro idee concrete.

  1. Affrontare le criticità del lavoro esacerbate dalla crisi Covid, in particolare cuneo fiscale, capitalizzazione delle PMI, flessibilità.
  2. Coniugare sviluppo economico e salute, ad esempio con le vaccinazioni nell’ambito delle aziende, una soluzione che alleggerisce il SSN.
  3. Investire nelle risorse umane, migliorando conoscenze e competenze a tutti i livelli, così che tali competenze vengano poi trasferite alle aziende mediante la forza lavoro.
  4. Valorizzare le startup, così da favorire allo stesso tempo i giovani e l’innovazione.

In tale modo le PMI potranno tornare ad essere la vera colonna portante del Paese, in particolare nel post-pandemia.

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