Competenze digitali: opportunità per accrescerle.

2017: gli investimenti delle imprese sono aumentati del 9% nel primo semestre. Si tratta di numeri che rappresentano il risultato delle misure inserite nella manovra 2017, in particolare super e iper ammortamento, Nuova Sabatini, credito d’imposta ricerca e sviluppo. Tali misure sono i presupposti costruttivi per le linee guida 2018, sempre nell’ambito del Piano Industria 4.0, che si focalizzeranno su lavoro e formazione.

Sono tre i segmenti principali che riguardano la formazione:

  • l’istruzione delle nuove generazioni, con azioni già attivate nell’anno in corso, in particolare con il potenziamento dell’educazione tecnico-scientifica e l’apprendistato duale;
  • le misure per i NEET, cioè persone che non studiano né lavorano (es.: il piano Garanzia Giovani);
  • aggiornamenti on the job, per coloro che lavorano ma rischiano di avere competenze obsolete.

Sugli aggiornamenti on the job si concentreranno le misure della manovra 2018, anche a seguito di una magra constatazione: la preparazione digitale della forza lavoro italiana è arretrata rispetto al resto d’Europa.

Secondo i dati Eurostat, solo il 29% della forza lavoro possiede competenze digitali elevate, contro il 50% del Regno Unito e dati superiori al 30% in Germania, Spagna e Francia.

Fra le misure previste per il prossimo biennio c’è il potenziamento degli istituti tecnici superiori, con l’obiettivo di raddoppiare il numero degli studenti entro il 2020. Marco Taisch, docente della School of Management del Politecnico di Milano, afferma con chiarezza: «Abbiamo bisogno di tecnici per cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale».

Anche qui, al momento i dati italiani non sono incoraggianti: la partecipazione dei lavoratori italiani a corsi di formazione è pari all’8,3%, a fronte di una media europea del 10,3% e le punte dei paesi scandinavi sopra il 25%.

Altrettanto giusta, secondo Marco Taisch, «la misura del credito di imposta sulla formazione: un incentivo per lo sviluppo di competenze è quello che serve a completare il Piano Nazionale, che prevede già incentivi agli investimenti tecnologici».

I punti fondamentali delle prossime politiche di sviluppo ruoteranno quindi intorno al lavoro che cambia e alla necessità di formare le nuove professionalità e aggiornare le competenze digitali dei lavoratori italiani, in un’ottica di multidisciplinarità.
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