Quasi 7.000 startup innovative sono iscritte al Registro delle imprese. Lo scrive la Relazione annuale 2016 sullo stato di attuazione e sull’impatto delle policy per startup e PMI innovative. I giovani hanno ritrovato la voglia di fare impresa, ma la creatività da sola non basta.
Grazie al Piano industria 4.0 che il Ministero dello Sviluppo Economico ha avuto il merito di concretizzare, sembra che un reale sviluppo stia avvenendo. Nel settore industriale i dati descrivono crescita di ordini e fatturato nel primo trimestre e aumento delle richieste di beni strumentali agevolabili con l’iperammortamento.
Gli incentivi governativi non sono un impegno da poco per le finanze in affanno del Paese, ma questi benefici fiscali sono un investimento per il futuro. Anche l’Unione Europea nello European digital progress report ha giudicato il Piano “fondamentale per la progressione dell’industria italiana nella catena globale del valore”.
Bisogna ammettere che forse per la prima volta dal dopoguerra ci troviamo di fronte a nuove generazioni che hanno voglia di fare impresa. EBay ha analizzato in una ricerca il “desiderio di imprenditorialità” dei giovani europei. Il 67% di italiani tra i 18 e i 35 anni è propenso a valutare una professione imprenditoriale. Il 40% dei millennials italiani sostiene di avere già un’idea concreta di business in mente.
Questo è un valore importante per l’Italia.
Forse, oltre a fare cultura con la condivisione tra imprenditori di storie ed esperienze, dovremmo pensare ad una formazione qualificata che permetta al Paese di creare una nuova classe imprenditoriale.
Coniugare i fondamentali del Paese con la creatività e l’innovazione non si improvvisa. Per dare davvero un contributo alla ricostruzione della nostra economia servono solide basi.
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