Innovazione, la sfida tra grandi aziende e PMI

Crescono gli investimenti in innovazione nelle aziende italiane, ma il gap tra PMI e grandi aziende è ancora significativo. Secondo gli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, i dati percentuali parlano chiaro.

Nelle grandi imprese, ad esempio, prendono piede le esperienze di Open Innovation (73% dei casi in esame) e di introduzione dell’Innovation Manager (30%), a fronte delle PMI rispettivamente al 28% e all’11%. Questo nonostante i Voucher Innovation Manager, gli incentivi governativi dedicati proprio alle PMI, di cui solo il 32% delle piccole imprese è a conoscenza. Vengono così a mancare le funzioni di questa figura, tra cui selezionare i possibili partner in innovazione (quali università e centri di ricerca), gestire il budget dei progetti innovativi, e favorire il cambiamento culturale in azienda.

Anche sul fronte degli investimenti in ICT lo scarto è notevole. Per quanto riguarda le tecnologie, poi, le PMI prestano meno attenzione all’Intelligenza Artificiale e al Machine Learning, nonché agli investimenti Industria 4.0.
Solo il 4% delle PMI collabora con startup innovative rispetto al 28% delle grandi aziende. Le fonti di innovazione, infatti, tendono a rimanere quelle tradizionali: ad esempio management e società di consulenza, anziché università, startup, istituti di ricerca.

Lo scoglio più difficile da superare, in questo caso, sembra essere non solo la capacità di innovare guardando all’esterno, ma anche la comunicazione interna dell’azienda. È necessario un cambiamento di paradigma culturale se si desidera sfruttare al meglio i vantaggi del modello Open Company, ovvero un’organizzazione inclusiva, in grado di coinvolgere tutte le figure aziendali per poter fare uso del loro talento ovunque si trovi.

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