Eni, il colosso energetico italiano, ha ormai integrato l’uso dell’Intelligenza Artificiale in ogni ambito aziendale. Ciò ha prodotto numerosi vantaggi concreti in tutte le fasi della produzione, dalla prospezione (ricerca di idrocarburi nel sottosuolo) al consumatore finale.
L’analisi delle immagini sismiche provenienti dal sottosuolo consente di visualizzare durante la fase di esplorazione le eventuali risorse presenti, mentre successivamente, al momento della perforazione, è possibile capire quali tipi di rocce aspettarsi e quali saranno i tempi morti in cui la trivella dovrà fermarsi.
Sempre all’IA sono affidate la sicurezza degli operatori, la manutenzione predittiva, e l’efficienza energetica degli impianti, nonché la gestione dei rifiuti, il che permette di ridurre al minimo spese e sprechi non necessari.
Persino in stazione di servizio l’IA fa la sua comparsa: invisibile al cliente, consente di monitorare qualità e tempi del servizio, nell’obiettivo di un costante miglioramento.
Open Innovation: spazio alle piccole imprese
Verrebbe da pensare però che i mezzi di una PMI, relativamente contenuti rispetto a quelli di un colosso come Eni, non permettano di sperimentare e mettere in produzione le nuove tecnologie con la stessa abbondanza di mezzi. È qui che Eni mette in campo l’Open Innovation, ossia lo sfruttamento di idee, risorse e competenze che arrivano dall’esterno, soprattutto da PMI e startup innovative. Eni collabora attivamente con le startup, sia in fase di ricerca che di mercato, con ottimi risultati.
Il rapporto uomo-macchina
Questo massiccio utilizzo dell’IA, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non porta a una sostituzione uomo-macchina, ma genera nuove professionalità. I geologi, ad esempio, continuano a svolgere il loro ruolo, tuttavia hanno strumenti per fare scelte più sicure e veloci. Anche sul fronte legale l’IA aiuta chi stende documenti e contratti ad armonizzare i regolamenti internazionali e prevenire i possibili contenziosi.