La fabbrica è intelligente, ma non attira i giovani?

L’osservatorio MECSPE, durante la sua recente tappa a Padova, ha fatto il punto sullo stato di salute delle imprese del Nord-Est e il loro rapporto con la trasformazione digitale.

Ne è emerso un quadro dove gli imprenditori sono consapevoli dei vantaggi delle tecnologie abilitanti, ma faticano ad attrarre le nuove leve portatrici delle professionalità richieste.
Vediamo insieme la situazione.

Gli investimenti nelle nuove tecnologie

Ben nove aziende su dieci, nell’area presa in esame, credono nella trasformazione digitale compiuta negli ultimi anni e ritengono di avere un livello di conoscenza medio-alto delle opportunità in questo settore.

Il 38% delle PMI manifatturiere, inoltre, hanno già adottato o stanno adottando tecnologie innovative: ad esempio cloud computing, Internet of Things e sicurezza informatica. Viene vista come possibilità concreta la nascita di nuovi team di lavoro composti da persone e tecnologie intelligenti, tra cui la robotica collaborativa e l’intelligenza artificiale. Anche ricerca e sviluppo sono visti come di primaria importanza.

L’importanza della formazione

Tra gli imprenditori, l’idea dominante è che siano le persone il vero motore del cambiamento, protagoniste dei processi di trasformazione. Solo se supportata da un adeguato cambiamento culturale la tecnologia è efficace. A questo scopo, indispensabile è la formazione umana delle nuove figure: deputati a questo sono le Università, ma anche Istituti tecnici e scuole professionali.

Fabbrica e giovani: combattere gli stereotipi

La percezione generale, tuttavia, è che il reperimento dei profili specializzati da parte delle aziende sia difficoltoso. Si ritiene che i giovani non siano attratti dall’ambiente del lavoro in fabbrica, visto come faticoso, ripetitivo, poco creativo e poco riconosciuto socialmente, con scarso spazio per la realizzazione personale. È necessario sfatare questi luoghi comuni se si desidera valorizzare al meglio il capitale umano in azienda. Infatti ben il 59% del campione intervistato ritiene che nasceranno a breve nuove figure professionali richieste per le loro forti competenze in ambito IT.

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