Anche nel 2020, anno della pandemia, gli investimenti delle imprese non si sono fermati. Il 52% delle aziende italiane ha infatti investito in almeno una innovazione, che si trattasse di prodotti, processi o organizzazione.
Anche le PMI sono a buon punto in questo senso: il 73% delle Piccole e Medie Imprese utilizza già tecnologie 4.0 o ha in previsione di adottarle entro il termine del 2023. Ma quali sono i settori che hanno investito di più? Si tratta di Chimica e Farmaceutica con il 76%, Sistema Casa e, non sorprendentemente, Tecnologia.
Le priorità del presente
Al top degli investimenti 2020 abbiamo macchinari (54%), formazione del personale (38%), Information and Communication Technology e servizi informatici.
Il 31% delle PMI italiane utilizza tecnologie di cybersecurity. Seguono il Custom Relationship Management, cloud e Internet of Things.
I numeri calano quando si tratta di tecnologie avanzate. L’8% delle PMI utilizza Big Data e machine learning, ma c’è un ulteriore 14% pronto ad aggiungersi entro il 2023.
Gli obiettivi del futuro
Nel prossimo futuro sono individuate come priorità la digitalizzazione dei processi con il 34% delle imprese, la sostenibilità (32%), la gestione delle relazioni con i clienti, Ricerca & Sviluppo.
Gli obiettivi principali di queste trasformazioni, per le imprese, sono il miglioramento della qualità del prodotto e la riduzione degli errori (per ben il 71% delle società con oltre 50 addetti), l’aumento della produttività, miglior sicurezza negli stabilimenti, l’entrata in nuovi mercati, la personalizzazione del servizio al cliente.
Significativa la provenienza dei fondi: solo il 7% delle PMI ha impiegato sostegni pubblici. La maggior parte (56%) ha fatto ricorso all’autofinanziamento, mentre il 35% si è appoggiato a finanziamenti bancari.
Ma l’e-commerce non decolla
La pandemia ha svolto un ruolo nell’accelerare l’adozione del commercio online, i cui ricavi sono in aumento rispetto al 2019 per 6 imprese su 10. Tuttavia, le PMI stentano ad adottare questa modalità di vendita: meno di una su due al momento vende i propri prodotti online, anche se il 35% dice di volerlo iniziare a fare entro un anno da oggi.
Importante per questo la volontà di diversificare i canali di vendita e di andare incontro alle richieste in questo senso della clientela.
Tra i problemi citati come impedimenti l’aggiornamento dei sistemi informativi e della dotazione tecnologica, ma anche la gestione del magazzino, la formazione del personale e la certificazione della sicurezza dei pagamenti online.
Alla base, tuttavia, c’è un problema di altro tipo: l’80% delle imprese di minori dimensioni non ritiene che la vendita online sia un canale di distribuzione adatto per il loro prodotto.