Lo smart working è un modello organizzativo che va crescendo di
importanza per le aziende e che presenta alcuni vantaggi, ma che
viene ancora poco adottato. Richiede infatti un notevole salto di
maturazione del modello organizzativo e di business
dell’azienda.
Analizziamo quindi gli aspetti positivi che esso
comporta e le motivazioni per cui è ancora poco diffuso.
Cosa è il vero Smart Working?
È necessario fare chiarezza sulla natura dello smart working. Non corrisponde infatti come alcuni credono al lavoro in mobilità. Lo Smart Working ne è piuttosto una tappa evolutiva, che grazie alla digitalizzazione e al cloud espande tempi, modalità e luoghi del lavoro.
Lo Smart Working introduce un nuovo paradigma organizzativo, che permette al dipendente di individuare nuovi spazi e strumenti anche all’interno del proprio spazio lavorativo (ad esempio brainstorming con i colleghi o al contrario isolarsi per avere maggiore concentrazione).
Il concetto tradizionale di “lavoro” viene messo in discussione: la relazione non è più tra datore di lavoro e dipendente, ma tra individui che partecipano al raggiungimento di obiettivi comuni.
Tornano ad essere centrali perciò i valori dell’organizzazione e gli individui che la compongono. La tecnologia diventa strumento abilitante di una nuova motivazione al lavoro. La collaborazione tra datore di lavoro e personale diventa molto più stretta.
L’importanza del team
Lo smart working
permette di stabilire fiducia tra le parti e di individuare nuovi
modi per conciliare lavoro e vita privata, quindi, ma non solo.
Richiede regole e controlli per accertarsi che la puntualità e la
qualità del lavoro non calino, ma è dimostrato che impatta
positivamente sull’efficacia lavorativa, sul livello di autonomia
del personale e sulla produttività. Lo spirito di squadra si può
mantenere con meccanismi di integrazione quali le riunioni a cadenza
regolare e la formazione congiunta.
A fronte di un lieve
aumento registrato delle distrazioni extra lavorative, il bilancio
rimane nettamente positivo. Ma allora perché viene ancora adottato
così poco?
La “dematerializzazione” del lavoratore e del luogo fisico che lo ospita, la perdita di contatto visivo, la scarsa conoscenza dei costi per prestazione, fanno perdere certezze e destabilizzano.
Quando gli schemi più consolidati del lavoro tradizionale vengono messi in discussione, il sospetto verso questa pratica è ancora forte. La chiave è stabilire quel rapporto fiduciario che dello smart working è sia conseguenza che prerequisito indispensabile.