Tecnologie 4.0 per ridurre il divario sociale

Lo sviluppo delle tecnologie 4.0 è considerato da molti una minaccia al numero dei posti di lavoro futuri. C’è chi teme che l’essere umano sarà gradualmente sostituito da macchine di complessità sempre crescente e intelligenze artificiali sempre più autonome. Ma è davvero così?

Le nuove tecnologie hanno un enorme potenziale per migliorare la qualità della vita dell’essere umano, a patto che questi venga tenuto sempre al centro del loro sviluppo e applicazione.
L’industria 4.0 si rivela fondamentale per permettere l’integrazione dei lavoratori con limitazioni fisiche o psichiche nel posto di lavoro.

L’azienda per questi lavoratori deve mettere a disposizione piani di lavoro che escludano attività non compatibili con la loro disabilità e diversi tempi di riposo.
Le direttive Europee, recepite in Italia con la nota legge 68 del 1999, condannano qualsiasi discriminazione diretta o indiretta nei confronti dei lavoratori con disabilità. Nonostante ciò, dati statistici indicano che oltre la metà di loro rimane disoccupata.
Come ridurre il divario sociale? La tecnologia ci viene in aiuto.

Adoperarsi per l’inclusione lavorativa è un dovere sociale. Ed è qui che vengono in aiuto le nuove tecnologie di supporto. Esse permettono al lavoratori di accedere a ruoli che normalmente sarebbero loro preclusi a causa delle loro limitazioni, permettendo migliore integrazione nella forza lavoro, riduzione dei costi, aumento di indipendenza, rapidità e sicurezza.

I sistemi di supporto si possono suddividere in tre tipi: sensoriali, fisici e cognitivi.

Sensoriali: grazie a dei sensori permettono di supplire alle disfunzioni tattili, visive, uditive e olfattive del lavoratore. L’uso di strumenti wearable, quali gli smart watch, permette anche di monitorare lo stato di salute del lavoratore e le condizioni ambientali, riducendo la possibilità di incidenti.

Fisici: Aiutano il lavoratore in attività che richiedono precisione, forza e destrezza. Un esempio sono gli esoscheletri che permettono di trasportare pesi oppure di aumentare la forza e la precisione della stretta della mano. Anche gli assistenti vocali (come i ben noti Assistente di Google o Alexa) possono servire per dare comandi alle macchine usando solo la voce.

Cognitivi: Sono in grado di fornire istruzioni visuali che guidano e aiutano il lavoratore nel processo di assemblaggio. Questo permette di ridurre gli errori anche del 50%, aumentare la velocità dell’operatore e, grazie ai sistemi di controllo tramite immagini, prevedere i possibili errori.

Limiti e problemi

Purtroppo non tutte le aziende sono preparate all’adozione di quelle tecnologie che permetterebbero di integrare i lavoratori con disabilità al loro interno. Le cause sono molteplici.

  • Il mercato offre tali tecnologie, ma non le propone specificamente all’uso dei lavoratori disabili.
  • La difficoltà per alcuni lavoratori di accettare tali strumenti
  • Scarsa flessibilità dei sistemi quando le disabilità da gestire sono differenti tra loro
  • Alti prezzi, a fronte della scarsità di incentivi per le industrie a fare questo tipo di investimenti.

Per questi motivi è assolutamente necessario sensibilizzare adeguatamente le aziende all’adozione di queste nuove tecnologie, soprattutto da parte degli enti pubblici. Il risultato sarà non solo la doverosa integrazione delle persone disabili nella forza lavoro, ma anche una notevole riduzione dei costi per le aziende: fino al 50% del light duty e delle attività non a valore aggiunto.

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