Data Storytelling per raccontare il dato

Big Data: secondo l’azienda di consulenza CEB il volume delle informazioni coinvolte nei processi aziendali continua a crescere. Ad una stima di crescita del 60% annuo, coincide un 62% di lavoratori privi di abilità nel valutare e utilizzare queste informazioni.

Il termine Big Data è piuttosto abusato ma il concetto è chiaro: una mole di dati che cresce così tanto da diventare difficile da gestire, ma che con creatività e strumenti di elaborazione adatti può essere valorizzata e trasformata adddirittura in prodotti o servizi. Fanno scuola i grandi della rete: Google, Facebook, Amazon. Aziende che hanno fatto di questa immane mole di dati la loro ricchezza, acquisendo e gestendo i dati provenienti dai propri siti al livello più granulare, al fine di creare i servizi che offrono.

Ma l’analisi dei dati e la loro trasmissione richiedono immaginari nuovi. Nasce in questa epoca il neologismo Data Storytelling, che non a caso prende spunto dal giornalismo, nel quale ci si rivolge a un pubblico meno specializzato rispetto alle maestranze aziendali specifiche.

Un concetto di centralità dell’utente, in un’ottica di fruizione democratica del dato, al di là della propria estrazione.

Presentare i dati in modo lineare, come ad esempio in un foglio Excel, può essere limitativo. Convertire i dati in grafici interattivi offre una visualizzazione più semplice per una comprensione migliore e più veloce e, al contempo, un trasferimento più semplice delle conoscenze.

Il Data Storytelling utilizza le metriche e le trasforma in storie con estrema flessibilità. Storie che vengono raccontate/visualizzate nell’ottica dell’aspettativa dell’utente. La prospettiva cambia se l’interlocutore è un manager, un figura del team risorse umane o della sezione paghe. Si ha accesso al dato istantaneamente e l’informazione può essere facilmente utilizzata per comprare, vendere, gestire, fare marketing, dare direttive.

Il Data Storytelling sta prendendo velocemente piede perché può essere utilizzato con livelli differenziati di complessità, senza l’assistenza di un esperto analista.

Le aziende che beneficiano di più da questo tipo di soluzioni sono le grandi imprese con set di dati ovunque e la necessità di uno strumento che le aiuti ad aggregarli in un unico posto, o di trasformare il dato in informazione facile da comprendere e utilizzare.

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