Design Thinking, ripensare l’innovazione

Di recente, nel mondo del management, si registra crescente attenzione per le modalità alternative di fare innovazione. Tra queste spicca il Design Thinking: un paradigma innovativo, che integra capacità analitiche e attitudini creative. Di che cosa si tratta, e perché sta diventando fondamentale in tutti i settori?

Design Thinking, che cos’è?

Il Design Thinking è un modello progettuale utilizzato per risolvere problemi complessi utilizzando un approccio creativo e coinvolgendo tutte le risorse aziendali.
La sua caratteristica principale è quella di ribaltare il classico triangolo tipico delle business school, che pone al vertice il Business e alla base People e Technology. Il Design Thinking pone invece al vertice People, ovvero è incentrato sulla persona: partendo da esigenze, sogni e problemi reali delle persone, punta a creare prodotti che li soddisfino utilizzando le tecnologie disponibili. Lo sviluppo del Business ne è poi la naturale conseguenza.

Un processo innovativo per sviluppare prodotti e servizi

Il Design Thinking permette di avvicinarsi al cliente e alle sue esigenze particolari, generare idee creative, e sperimentarle rapidamente così da comprendere immediatamente quali funzionino e che modifiche apportare. Lo fa attraverso cinque fasi fondamentali.

  1. Empathize: identificare il problema della persona e comprenderlo a fondo in relazione al suo mindset e al contesto d’uso.
  2. Define: individuare gli attori chiave e l’obiettivo, analizzando le sfide e i punti problematici che è necessario affrontare per giungere alla risoluzione del problema.
  3. Ideate: identificare le priorità e generare e condividere numerose idee tra cui selezionare le migliori tramite brainstorming.
  4. Prototype: creare di prototipi e mockup inizialmente semplici che vengono testati, scartati e ricreati rapidamente.
  5. Test: individuare ciò che funziona oppure no e quali siano gli eventuali impedimenti, così da giungere tramite rapide iterazioni al prodotto finale.

Il processo non è lineare, ma ricorsivo: si prevede l’eventuale ritorno ai passi precedenti a seconda degli esiti delle fasi di prototipazione e di test.

Lo scopo

Il consumatore, oggigiorno, ha a disposizione molta più tecnologia di quanta riesca a utilizzare, che lo raggiunge con una velocità mai vista prima. L’obiettivo del Design Thinking è di ripensare l’interazione tra uomo e tecnologia, rendendola accessibile e abilitandone la fruizione con un approccio che mantiene sempre la persona e le sue esigenze come punto focale.
Il business ne è la naturale e inevitabile conseguenza: parte integrante del Design Thinking è individuare come l’azienda possa trarre profitto offrendo le soluzioni tecnologiche così create.
“Se si creano prodotti fantastici che le persone amano, si crea valore” dice Roberto Verganti, professore di Gestione dell’Innovazione nel Corso di Studi in Design e in quello in Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.

I modelli di Design Thinking

Non esiste un’unica interpretazione del Design Thinking. Ricerche e analisi riconoscono quattro modelli principali.

  • Creative Problem Solving: è il modello più adottato. Prevede la comprensione dei bisogni dell’utente, l’ipotesi di un grande numero di soluzioni per soddisfarle, e la selezione della soluzione più efficace.
  • Sprint Execution: ha come obiettivo la creazione di un prodotto capace di rispondere alle esigenze dei clienti da lanciare rapidamente sul mercato, e che è soggetto però a miglioramenti nelle fasi successive in base al feedback dei consumatori.
  • Creative Confidence: creare confidenza con i processi creativi che contraddistinguono l’innovazione, quali empatia e tolleranza al rischio, e incentivare la collaborazione, il senso di avere uno scopo e la sperimentazione creativa.
  • Innovation of meaning: l’approccio con il quale le imprese ridefiniscono la visione aziendale, i messaggi e i valori legati ai prodotti e ai servizi che offrono. L’obiettivo è quello di individuare strategie in grado di apportare valore sia all’azienda, sia all’utente finale.

In conclusione

Gianpiero di Gianvittorio, Experience Centre Lead di PwC Italy, sostiene: “Va superato l’atteggiamento dell’IT che spesso trova la soluzione senza conoscere il problema, senza porsi la domanda: cosa serve ai clienti?”
Il Design Thinking, in definitiva, può aiutare a spiegare perché le persone devono essere al centro, anche in caso di un’innovazione technology driven. In futuro tutte le aziende ne dovranno tenere conto.

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