Italia tra i paesi top in UE nella digitalizzazione delle imprese

Sono molte le tecnologie su cui si misura lo sviluppo digitale delle imprese. Socia media, big data, cloud e fatturazione elettronica sono solo alcune di queste.

Il nostro paese sta facendo passi importanti in questo periodo, tuttavia molti sono ancora i rallentamenti che il nostro Paese subisce in termini di trasformazione digitale, come ad esempio la lentezza della risposta tecnologica della Pubblica Amministazione e la scarsa competenza digitale del personale impiegato. Un dato in contro tendenza rispetto alle nostre imprese, che invece sono nella top ten in Europa.

L’Italia e l’era del digitale

Seppur con la pandemia Covid abbia dato un forte slancio verso la digitalizzazione del mondo del lavoro, l’Italia si piazza al 20esimo posto in Europa secondo l’indice DESI.

Penalizzati da una Pubblica Amministrazione che stenta ad abbracciare le nuove tecnologie il know how necessario per applicarle con successo (piazzandosi così al 25esimo posto), l’Italia tuttavia raggiunge l’ottavo posto quando la valutazione si sposta sul settore delle imprese. Un dato davvero incoraggiante poiché simboleggia un ottimo livello di integrazione di strategie di business nel mondo del lavoro e un significativo passaggio alla trasformazione digitale.

Tuttavia l’indice DESI misura solo il livello di adozione di tecnologie digitali, non come queste vengono integrate.

Digitalizzazione reale e percepita

Le imprese sono portate a considerare il proprio livello di digitalizzazione elevato. Soprattutto le grandi aziende hanno la percezione che il loro livello sia molto alto, intorno al 90%.

Per le imprese di medie dimensioni questo dato si assesta sul 71,6% e nelle piccole imprese al 65%.

Secondo le statistiche il gap tra il livello di digitalizzazione reale e quella percepita si aggira intorno al 30%, anche di più per le piccole aziende.

Spesso la digitalizzazione è vista come una soluzione per eliminare la carta in favore del digitale e in una diversa gestione dei clienti. Molto sottovalutata invece è l’integrazione del digitale nella supply chain.

La maggior parte delle tecnologie impiegate infatti riguarda la gestione di documenti, mail e informazioni, mentre le automazioni robotiche, processi di analisi e monitoraggio e soluzioni di supporto al sistema produttivo sono scarsamente considerate.

Inoltre anche in materia di ecommerce siamo indietro rispetto ad altri paesi dell’UE, soprattutto in ambito di B2B. C’è una grande mancanza di interesse strategico, di prodotti e servizi adatti al settore digitale e online. Ciò testimonia una grande mancanza di percezione interna dell’azienda sui benefici del digitale.

Cosa aspettarsi dal futuro

La pandemia è stata sicuramente un forte slancio verso investimenti in ambito digitale, così come il potenziamento dei pagamenti elettronici. Il 71,5% delle imprese ha prestato particolare attenzione al sistema di raccolta degli ordini online, della consegna e della fatturazione. Il 29% su integrazioni di pagamento in formato elettronico e solo il 13% su protocolli di raccolta dati nella supply chain.

Soprattutto in ambito di pagamenti digitali viene evidenziato un dato incoraggiante: il 59% delle imprese intende potenziare i suoi sistemi di pagamento, aprendosi a tecnologie che si appoggiano su sistemi di pagamento digitale.

Per farlo sarà importante affrontare le tre criticità principali in materia di digitalizzazione: il gap riguardante la propria maturità digitale, la scarsa integrazione di strumenti di pagamento digitale per il B2B e la limitata diffusione di nuove forme di pagamento in settori specifici.

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